Sapevi che noi italiani siamo i primi nella classifica europea sul consumo di acqua confezionata?
Secondo una ricerca dell’Area Studi di Mediobanca, beviamo 222 litri pro capite di acqua in bottiglia all’anno, alimentando così delle scelte di consumo poco consapevoli, con un forte impatto ambientale in termini di produzione di plastica e di CO2.
E tu, quale acqua bevi? Quella della bottiglia o quella del rubinetto?
E ancora, la tua è una scelta consapevole oppure è frutto di un’abitudine consolidata nel tempo?
L’inquinamento da plastica
Nel momento in cui l’inquinamento da plastica diventa una delle priorità da combattere a livello mondiale, con una produzione e un consumo che negli ultimi decenni ha visto un incremento esponenziale, ognuno di noi non può più ignorare l’evidenza (fonte WWF):
- 450 milioni di tonnellate di plastica prodotta ogni anno;
- 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono negli oceani ogni anno;
- 700 specie animali interessate da inquinamento da plastica.
Anche l’Italia ha iniziato un cammino virtuoso per contribuire alla riduzione di materie plastiche, tanto che nel 2022 è stata recepita una Direttiva Europea per diminuire il consumo di prodotti in plastica monouso (cannucce, piatti, posate…).
Ma oltre a rispettare le leggi, ciascun individuo può dare il proprio contributo, adottando uno stile di vita amico dell’ambiente, che consenta di mettere in moto un’economia circolare virtuosa.
Plastica: le scelte consapevoli
Ecco dunque che delle sane abitudini possono davvero avere un impatto ambientale di non poco conto. E tra queste, anche la scelta di non consumare acqua in bottiglia.
Secondo una ricerca del 2021 condotta dall’Istituto di Barcellona per la Salute globale (ISGlobal) emerge che l’acqua in bottiglia consuma risorse naturali 3.500 volte in più rispetto a quella del rubinetto per:
- Produrre bottiglie di plastica;
- Trasportarle (con conseguente produzione di CO2);
- Smaltirle.
Non dimentichiamo che la plastica non è biodegradabile e solo una parte viene differenziata come rifiuto e quindi riciclata.
Certo, esistono anche acque imbottigliate con il vetro, una soluzione molto più ecologica, ma allo stesso tempo molto meno diffusa e anche meno economica.
Per approfondire → Plastica o vetro? Ecco il materiale migliore per conservare l’acqua
Acqua del rubinetto: potabile, buona, accessibile e amica dell’ambiente

La soluzione più semplice, dunque, è quella di scegliere l’acqua del rubinetto, perché:
- È amica dell’ambiente e non ha lo stesso impatto inquinante;
- È potabile e viene sottoposta a più controlli, sia da parte dal Gestore del servizio idrico che dalla Asl;
- È buona anche dal punto di vista del gusto e, anche se presenta residui di cloro per la sua opportuna disinfezione, puoi comunque mettere in pratica delle piccole accortezze che ti permetteranno di esaltarne al meglio il sapore;
- Infine, non dimenticare che costa meno e, quindi, anche le tue tasche ne guadagnano; 1 litro di acqua del rubinetto costa circa cento volte meno che in bottiglia.
Il tuo gestore è Nuove Acque?
Se il tuo gestore è Nuove Acque, devi sapere che dal 2019 l’impegno green dell’azienda si è ulteriormente rafforzato con il “Progetto Plastic Free” che prevede la consegna agli istituti scolastici aretini e senesi di borracce in acciaio inox, leggere, resistenti e riutilizzabili.
L’obiettivo è quello di promuovere tra gli studenti delle scelte sostenibili, dando loro gli strumenti per abbattere il consumo di bottiglie monouso.
Abbiamo già capito, infatti, che l’acqua del rubinetto è più conveniente dal punto di vista ambientale e anche economico.
Ma come possiamo portarla con noi a scuola, agli allenamenti, al lavoro?
Usando delle pratiche borracce, appunto. Anche perché è sconsigliato il riuso delle bottiglie in plastica.
Meglio riciclarle che usarle all’infinito, perché la plastica, a lungo andare, se esposta a temperature elevate, può subire delle alterazioni che potrebbero anche comportare delle conseguenze per la nostra salute.