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Quando apriamo il rubinetto di casa per bere, lavarci, pulire o cucinare, entriamo anche noi a far parte del complesso e affascinante viaggio che compie la risorsa idrica, ovvero l’acqua.

Per farla arrivare dalla natura fino nelle nostre case sicura e controllata, per poi poterla reimmettere correttamente nell’ecosistema in cui viviamo, sono necessari alcuni passaggi che, attraverso la tecnologia degli impianti e delle reti, tutelino la nostra salute e l’ambiente.

Un percorso che viene chiamato ciclo integrato dell’acqua, grazie al quale l’acqua potabile arriva nelle nostre abitazioni e viene restituita all’ambiente completamente depurata.

Ma da quali fasi è composto il ciclo integrato dell’acqua? Ecco di seguito i 7 passaggi che corrispondono ad altrettante attività:

  1. Captazione
  2. Adduzione
  3. Potabilizzazione
  4. Distribuzione dell’acqua potabile
  5. Convogliamento di acque di scarico in fognatura
  6. Depurazione
  7. Restituzione all’ambiente

Scopriamo insieme cosa accade in ogni singolo passaggio.

Cosa avviene in ogni fase del ciclo integrato dell’acqua?

Ciclo integrato acqua infografica

1. Captazione

La prima fase del ciclo integrato dell’acqua consiste nel prelievo della risorsa idrica da sorgenti, pozzi o captazioni superficiali (fiumi, laghi, invasi o mare) attraverso idonee opere di presa, ovvero impianti che consentono di prelevare l’acqua dalla natura.

Nel caso del territorio servito da Nuove Acque, le fonti sono:

  • Sorgenti
  • Pozzi
  • Dighe (Montedoglio, Astrone e Cerventosa)
  • Lago di Chiusi
  • Fiume Arno, con l’opera di presa di Buon Riposo
  • Piccoli torrenti montani

2. Adduzione

La fase successiva prevede il trasferimento dell’acqua captata ad un impianto di potabilizzazione, attraverso un sistema composto dalle cosiddette tubazioni di adduzione.

In questa fase, ad esempio, l’impianto di Poggio Cuculo nel Comune di Arezzo si dimostra particolarmente amico dell’ambiente perché, catturando e sfruttando la forza dell’acqua in ingresso, produce energia elettrica attraverso una microturbina.

3. Potabilizzazione

Impianto potabilizzazione

Grazie al trattamento di potabilizzazione, l’acqua prelevata dalle diverse fonti può essere bevuta e destinata ad usi civili.

Per comprendere meglio questo passaggio, partiamo proprio dall’esempio dell’impianto principale di potabilizzazione di Nuove Acque situato a Poggio Cuculo, che serve la città di Arezzo con acqua di ottima qualità proveniente dalla diga di Montedoglio in Valtiberina.

Si tratta di un’acqua già di per sé straordinaria, ma che necessita comunque di un processo di potabilizzazione che la renda sicura e adatta al consumo umano.

Non dimentichiamoci che l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è a tutti gli effetti un alimento e, quindi, si può bere regolarmente!

Ecco dunque i trattamenti a cui viene sottoposta in questo processo:

  1. Pre-ozonizzazione: consente l’ossidazione delle sostanze disciolte che devono poi essere eliminate;
  2. Chiariflocculazione: processo attraverso il quale tali sostanze vengono aggregate e fatte sedimentare;
  3. Filtrazione a sabbia: serve per eliminare anche le parti più fini e leggere. L’acqua ora è decisamente più limpida e possiede già i requisiti di potabilità;
  4. Sterilizzazione: ulteriore fase, sempre tramite ozono;
  5. Affinazione con carbone attivo: finalizzata alla rimozione di gusti e odori;
  6. Disinfezione finale: avviene tramite il cloro (ipoclorito di sodio o biossido di cloro) che distrugge i batteri e protegge l’acqua nel suo percorso verso i rubinetti.

Alla fine di questo processo l’acqua si può bere tranquillamente. E se non gradiamo gli eventuali residui di cloro, basta metterla in frigo in una brocca per alcuni minuti.


“L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è a tutti gli effetti un alimento e si può bere regolarmente!”

Oltre ad effettuare questi trattamenti, Nuove Acque si avvale anche di impianti di potabilizzazione basati su tecnologie molto innovative come l’ultrafiltrazione.

Stiamo parlando di un processo di filtrazione caratterizzato da membrane che presentano una porosità addirittura inferiore a quella della pelle umana, tanto da riuscire a trattenere tutte le sostanze da rimuovere.

L’ultrafiltrazione, per la sua versatilità, può essere utilizzata anche per gestire situazioni di emergenza idrica, come quelle che Nuove Acque ha affrontato nel 2012 e 2017.

4. Distribuzione

Una volta resa potabile, l’acqua continua il suo viaggio e, grazie all’acquedotto, entra nelle nostre case, nelle attività commerciali e industriali.

La rete di distribuzione di Nuove Acque, ad esempio, conta oltre 3.600 km di tubazioni acquedottistiche, che permettono il passaggio dell’acqua.

5. Fognatura

A questo punto, le acque reflue di scarico provenienti da abitazioni, edifici e industrie vengono raccolte e indirizzate ad un impianto di depurazione, attraverso le tubazioni della rete fognaria.

6. Depurazione

Impianto depurazione nuove acque

Prima di tornare nel suo habitat naturale, l’acqua ha bisogno di essere ripulita mediante il processo di depurazione. Si tratta di un trattamento delle acque reflue attraverso processi biologici da cui si ottiene acqua qualitativamente compatibile con l’ambiente.

Ma cosa si intende, nello specifico, per depurare? Significa ridurre al massimo il carico inquinante presente nell’acqua che esce dalle nostre case e dalle aziende.

Innanzitutto, le acque reflue vengono sottoposte a trattamenti meccanici di grigliatura e dissabbiatura per bloccare e rimuovere tutte le sostanze grossolane, come detriti, polveri e sabbia che potrebbero ostruire le tubature.

Ma il vero cuore della depurazione è il processo biologico, suddiviso in 2 fasi:

  1. L’ossidazione, che consente in un ambiente aerobico (cioè in presenza di ossigeno) la “degradazione” della maggior parte della materia organica presente nelle acque reflue, compresi i composti azotati ossidabili come ad esempio l’ammoniaca.
  2. La denitrificazione, durante la quale vengono rimossi i residui di azoto non trattabili in ambiente aerobico, completa il trattamento della materia organica.

In queste fasi, si forma il cosiddetto fango biologico “buono”, responsabile del processo depurativo.

Il ciclo si completa con una fase di sedimentazione per eliminare i residui di fango. La risorsa, a questo punto, è pronta per essere restituita all’ambiente.

Ma non è tutto. Parallelamente, è necessario pensare anche alla gestione dei fanghi, che devono essere sapientemente smaltiti per garantire la tutela dell’ambiente, nella massima efficacia del processo di gestione.

Per poter essere poi smaltiti nel modo corretto, i fanghi vengono sottoposti a un passaggio specifico, attraverso la digestione anaerobica o aerobica, e al successivo trattamento meccanico di disidratazione, che ne riduce il volume.

In questa fase, Nuove Acque può anche contare su un essiccatore, che diminuisce ulteriormente il volume dei fanghi, eliminando la quantità di acqua presente. In questo modo, il loro trasporto verso il recupero o lo smaltimento diventa molto più sostenibile.

Quello appena descritto è il processo di un impianto, come ad esempio quello di Casolino che serve la città di Arezzo.

In determinate aree, Nuove Acque si avvale anche della fitodepurazione, un processo di depurazione naturale delle acque reflue domestiche. I fitodepuratori, nello specifico, “sfruttano” la capacità auto-depurativa delle piante tipiche delle zone umide.

La fitodepurazione di Ponte Buriano, all’interno della Riserva Naturale omonima, è un esempio virtuoso di come un impianto possa coesistere in natura rispettando l’ambiente.

7. Restituzione

Una volta completato il processo di depurazione, l’acqua è pronta per essere reimmessa in natura: nei fiumi, nei laghi e nei mari.

Restituzione acqua ciclo integrato

Così, il ciclo integrato dell’acqua giunge al termine. Viene definito “integrato” proprio perché garantisce la tutela della risorsa idrica in tutte le fasi, a partire dal prelievo fino alla sua restituzione all’ambiente dopo l’utilizzo da parte dell’uomo.

Nuove Acque lavora proprio per gestire il ciclo idrico integrato e garantirne la continuità, assicurando i requisiti di sicurezza, salute e qualità dell’acqua, rispettando l’utente e l’ambiente.