Molto spesso sentiamo parlare di conducibilità elettrica dell’acqua, ma di che cosa si tratta? E soprattutto, qual è il suo valore ottimale?
La conduttività elettrica o conducibilità elettrica specifica dell'acqua (k) è la capacità del fluido di condurre corrente. Si misura in unità micro Siemens per cm (μScm-1) o per metro (μSm-1) ed è legata alla quantità di sali (ioni) presenti in soluzione nell’acqua.
Questo perché i sali disciolti in acqua in forma ionica, come ioni potassio, ioni sodio, ioni solfato ecc., sono dotati di una o più cariche elettriche, che consentono il passaggio di corrente.
Da cosa dipende la conducibilità dell’acqua
La conducibilità elettrica può essere considerata, quindi, una misura indiretta del contenuto di sali minerali disciolti in acqua: i sali minerali favoriscono il passaggio di corrente nell'acqua e, dunque, più è elevata la loro concentrazione, più è elevata la conducibilità elettrica dell'acqua.
Di conseguenza, l'acqua molto pura, ovvero distillata o deionizzata, presenta una conducibilità elettrica molto bassa (circa 1 microsiemens per cm - µS/cm).
La conducibilità, inoltre, dipende dalla temperatura e quindi occorre riportare i valori misurati a quelli teorici che si avrebbero a una temperatura di riferimento di 25 °C (oppure di 18 °C o 20 °C).
“L'acqua distillata o deionizzata presenta una conducibilità molto bassa, in quanto contiene pochi sali minerali”
La misura della conducibilità elettrica, infine, costituisce un metodo indiretto, seppur approssimato, per ricavare il residuo fisso di un'acqua.
Qual è la conducibilità dell'acqua che troviamo in commercio?
La maggior parte delle acque minerali commercializzate presenta conducibilità elettrica compresa fra 100 e 700 µS/cm.
Considera che, in accordo con la normativa vigente (D.Lgs. 31/2001), il valore della conducibilità nelle acque destinate al consumo umano, erogate dal pubblico acquedotto, non deve superare i 2500 μScm-1.
Tale valore assicura un'adeguata mineralizzazione dell'acqua per soddisfare il fabbisogno del nostro organismo e integrare i minerali provenienti dall'alimentazione.
Ricorda infatti che noi esseri umani non siamo in grado di sintetizzare in maniera autonoma i sali minerali; di conseguenza, abbiamo bisogno di introdurli nel nostro organismo con il cibo e, per l'appunto, bevendo.
L’acqua come fonte naturale di minerali essenziali
L'acqua si arricchisce in natura di minerali come calcio, magnesio, fluoro, ferro, manganese, zinco, iodio, selenio, zolfo, fosforo, potassio e sodio, che giocano un ruolo fondamentale per i processi biologici del nostro organismo.
Tra i numerosi benefici per il nostro organismo, ricordiamo:
- Proteggere il sistema cardiovascolare;
- Prevenire l'osteoporosi;
- Promuovere la formazione e il rafforzamento di ossa e denti;
- Regolare il corretto funzionamento dell'apparato muscolare, concorrendo alla regolazione dei meccanismi di contrazione muscolare e alla protezione dei muscoli cardiaci;
- Coagulare il sangue;
- Prevenire i calcoli renali;
- Favorire la rigenerazione cellulare;
- Regolare la produzione di ormoni;
- Regolare la trasmissione degli impulsi nervosi;
- Contribuire al metabolismo energetico del nostro organismo;
- Concorrere al funzionamento dell'apparato cardiovascolare e alla regolazione delle funzioni psichiche;
- Regolare l’attività tiroidea;
- Proteggere le cellule dallo stress ossidativo;
- Rigenerare i tessuti.
Ecco perché bere l'acqua del rubinetto, che assicura il giusto apporto di sali minerali, fa bene al nostro organismo e contribuisce a mantenerlo in salute.
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