L’acqua che esce dagli scarichi delle nostre case necessita di essere sottoposta a un trattamento di depurazione prima di essere restituita all’ambiente.
Di questo processo se ne occupa il Gestore del Servizio Idrico Integrato, ma ciascuno di noi può dare il proprio contributo. Anche tu!
Di seguito, trovi alcune buone abitudini per gestire al meglio gli scarichi domestici, fondamentali per evitare di danneggiare il corretto funzionamento dei propri impianti di trattamento, come la fossa biologica, nonché il reticolo fognario pubblico e l’impianto di depurazione ricevente.
Vediamo quindi quali sono le cose che non andrebbero MAI buttate nel lavandino o nel WC di casa.
Olio esausto: gettarlo nel tuo scarico non è un buon modo per smaltirlo
L’olio che usi per cucinare, friggere, così come quello presente all’interno degli alimenti sottolio – il cosiddetto olio esausto – andrebbe raccolto in un contenitore idoneo dopo ogni utilizzo e portato all’isola ecologica del tuo comune.
Per quanto riguarda le aziende che svolgono attività di somministrazione di alimenti, bevande e ristorazione, invece, vige l’obbligo di non smaltire l’olio esausto nella fognatura.
Per queste, infatti, l’entità del rifiuto prodotto è sicuramente superiore a quella di una famiglia media e le conseguenze negative correlate possono essere maggiori.
Per quanto concerne casa tua, versando l’olio esausto nel lavello o nel WC, aumenti il rischio di danneggiare le tubazioni e i sistemi di depurazione dei reflui presenti a valle per lo scarico.
L’olio è un liquido più denso dell’acqua, non biodegradabile e potrebbe otturare il lavandino della cucina se non viene correttamente smaltito.
Questo perché i grassi vegetali, che si “appiccicano” sulle pareti dei tubi di scarico, finiscono col diventare collanti, trattenendo altri residui alimentari e impedendo all’acqua di scorrere regolarmente.
Per loro natura, inoltre, essi devono assolutamente stare alla larga dalle fosse biologiche per non compromettere l’azione dei batteri anaerobici all’interno delle stesse e la relativa funzionalità.
Qualora il reticolo fognario non sia collegato a un depuratore pubblico, o lo scarico sia direttamente riversato in ambiente, vi è un importante rischio in termini di impatto ambientale: queste sostanze infatti, non venendo adeguatamente trattate, possono disperdersi e inquinare.

Non scaricare residui solidi
Tovaglioli di carta, cotton fioc, pannolini, assorbenti, profilattici, mozziconi di sigaretta, fondi di caffè e residui di cibo: queste sostanze possono in primo luogo aumentare il rischio di intasamento delle tubazioni e, a lungo termine, causare delle ostruzioni.
In secondo luogo, all’interno della fossa biologica, vanno a depositarsi sul fondo della vasca di accumulo, formando sedimenti e incrostazioni.
Inoltre, fermentando e “nutrendo” i batteri presenti nel sistema depurativo, possono determinare il rilascio di cattivi odori che possono risalire dalle tubazioni ed essere avvertiti anche all’interno delle abitazioni.
Per ovviare a questo problema, ti suggeriamo di porre attenzione nel non gettare sostanze di tale natura negli scarichi domestici, in particolare quelle di dimensioni tali da potere creare problematiche.
Un ulteriore consiglio: inserisci un tappo con filtro nel lavello della cucina, così da bloccare l’ingresso dei vari residui ed evitare che raggiungano le tubazioni e fosse biologiche.
Non scaricare sostanze chimiche nocive o tossiche
Vernici, pesticidi, diserbanti e medicinali: anche in questo caso, come per gli oli esausti e le sostanze grasse, non devono raggiungere le fosse biologiche per non danneggiare l’azione dei batteri anaerobici all’interno delle stesse e comprometterne la funzionalità, e soprattutto per non creare tappi e ingorghi.
Tali sostanze, inoltre, sono particolarmente pericolose e possono determinare problematiche di elevata significatività per l’ambiente.
Lo stesso discorso vale anche per un uso improprio di candeggina o di altri prodotti per la pulizia dello scarico (acidi compresi).
Non scaricare sostanze acide
L’utilizzo di acidi comporta il rischio di corrosione delle tubazioni, oltre che il danneggiamento della funzionalità del sistema depurativo.
Ti ricordiamo che sono anche connessi rischi significativi per la salute e la sicurezza personali legati alla manipolazione di sostanze acide.
Ad esempio, mescolare candeggina e acido muriatico, magari con l’intento di creare un’azione detergente più efficace, può essere molto pericoloso, specialmente se tale azione è eseguita in locali non aerati, dato che comporta la formazione di cloro gas, un gas giallognolo di odore pungente, tossico e corrosivo, in grado di irritare le vie respiratorie e le mucose.
Non dimenticare la manutenzione
Oltre ai consigli appena letti, sarebbe opportuno fare manutenzione alla fossa biologica almeno una volta all’anno.
Sai perché?
Perché i rifiuti organici, all’interno delle vasche, vengono decomposti dai batteri formando addensamenti di materiale sul fondo e schiuma sulla superficie. Tutto ciò può determinare inconvenienti, come la formazione di cattivi odori e la compromissione della funzionalità.
Come gestire gli scarichi industriali
Infine, per quanto concerne gli scarichi di natura industriale, derivanti da attività produttive e conferiti in pubblica fognatura, si precisa che gli stessi devono essere idoneamente autorizzati da parte dell’Autorità Competente (Regione Toscana), in regime di AUA- Autorizzazione Unica Ambientale, trattati tramite adeguati sistemi di depurazione al fine di rispettare i limiti imposti dal D. Lgs. 152/2006 e smi.
Essendo responsabile della gestione della pubblica fognatura e degli impianti di depurazione, il Gestore del SII è chiamato dalla Regione Toscana ad esprimersi, fornendo il proprio parere di competenza.
Nel caso di scarico diretto in ambiente, deve essere seguito analogo iter; il Gestore del SII non è però in questo caso tra i soggetti direttamente coinvolti per il rilascio del contributo di competenza.
In aggiunta, per alcune tipologie di reflui derivanti da attività produttive, considerati di tipo “assimilato al domestico” (aventi dunque caratteristiche comparabili a quelli di natura domestica) è comunque necessario che le aziende effettuino opportuna dichiarazione in merito alle modalità di gestione/rispetto delle prescrizioni di legge correlate mediante trasmissione di idonea “istanza di assimilabilità al domestico”, da inviare a Nuove Acque, al fine di ottenere il relativo nulla osta allo scarico in fognatura.
Il tuo gestore è Nuove Acque?
Tutti i dettagli relativi alle modalità di allaccio alla pubblica fognatura e adempimenti procedurali necessari per l’ottenimento dell’autorizzazione (AUA) o nulla osta per scarichi assimilati al domestico, sono contenuti nel sito internet dell’azienda www.nuoveacque.it, in corrispondenza della sezione dedicata agli scarichi da attività produttive in pubblica fognatura.